Il sistema di codifica dei contrassegni serviva a classificare i prigionieri, generalmente in base a gruppi creati sulla base dei motivi dell'arresto. I simboli erano in stoffa, affibbiati sulla divisa, definita dai prigionieri Zebra, a causa delle strisce chiare e scure alternate: sulla casacca, all'altezza del petto, sulla sinistra, e sui pantaloni, all'altezza della coscia destra. I criteri per l'identificazione degli internati variavano però a seconda dei luoghi di detenzione, e del tempo di trascorrenza nel campo.
- Un triangolo di colore rosso, rot, identificava i prigionieri politici
- un triangolo giallo, o una Stella di David, Judenstern, costituita da due triangoli di colore giallo appositamente sovrapposti, identificava i prigionieri ebrei;
- un triangolo di colore marrone identificava i prigionieri zingari
- un triangolo di colore nero identificava gli asociali, Asoziale. I nazisti ritenevano che fossero da considerare quali asociali, fra gli altri, i vagabondi, gli etilisti, i malati di mente, le prostitute, le lesbiche, gli zingari
- un triangolo di colore viola identificava i testimoni di Geova, i "ricercatori della Bibbia", Bibelforscher
- un triangolo di colore rosa identificava i prigionieri omosessuali
- un triangolo di colore azzurro identificava gli emigrati, Emigranten
- un triangolo di colore verde identificava i delinquenti comuni
- Un triangolo invertito sovrapposto a un triangolo di colore giallo indicava che il prigioniero era un ebreo; ad esempio, un triangolo nero sovrapposto a un triangolo giallo indicava un prigioniero "asociale" ebreo, oppure un triangolo giallo sovrapposto a un triangolo rosa indicava un prigioniero omosessuale ebreo;
- la sagoma di un triangolo, bordata di nero, sovrapposta a un triangolo giallo, indicava un ebreo "profanatore della razza",, ossia accusato di violare la "legge per la protezione del sangue", poiché aveva avuto una relazione con una donna "ariana"
- un triangolo giallo sovrapposto a un triangolo nero, indicava una donna "ariana", "profanatrice della razza", , ossia accusata di avere una relazione con un uomo ebreo
I numeri di matricola attribuiti ai prigionieri, che sostituivano il nominativo degli internati, erano affibbiati sulla divisa, scritti in nero su stoffa bianca, posti all'altezza del cuore e al centro della coscia destra, talvolta riportati su una placchetta di latta da portare al collo o al polso, oppure tatuati sull'avambraccio.
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